La matematica della paura

19 marzo 2020

Il mio silenzio mediatico sul blog è corrisposto ad un’intensa attività di visite, incontri e strette di mano che contraddistinguono il mio modo di fare business e il mio stile di vita in generale; ora in questo momento di stop forzato, inatteso, inaspettato colgo l’occasione di rientrare in questo spazio per condividere con chi mi segue le mie riflessioni. Da oggi il blog sarà anche in Inglese e sarò lieto di poter raggiungere anche le amiche e gli amici con la nostra comune lingua dello Shipping e non solo.

Chi mi conosce sa che ho più volte ripetuto nei primi tempi del Corona Virus che si trattava di una Influenza, sicuramente peggiore di quelle che tutti gli inverni arrivano, ma comunque di una influenza, e che se paragonavamo i numeri di ammalati e possibili decessi a quelli medi degli ultimi anni le cose si sarebbero notate come simili, o meglio, che non si poteva giustificare l’allarme che si stava creando.

Leggendo i numeri in Italia di questa sera dico che mi sono sbagliato, credo sia giusto riconoscerlo, anche perché vedo l’allarme che in tutto il Mondo il Covid-19 ha creato e sta creando. E’ un Virus molto pericoloso, per molte ragioni, prima fra tutte quelle che non sappiamo ancora come curarlo, lasciamo perdere avere un vaccino contro di esso. E allora come sia giusto applicare la misura che viene naturale proporre, e cioè evitare che aumentino i contagi, ridurre le opportunità di contagio, soprattutto perché le strutture sanitarie non sono sufficienti ad affrontare una crisi che porta un tale numero di persone alla Terapia intensiva. E che è anche la sola possibile in un mondo che non ha a disposizione una cura contro questo Virus.

In un mondo dove, e questo mi preoccupa forse ancor di più, gli effetti di questa crisi potrebbero portare a evoluzioni ancor più gravi sul fronte sociale, visti gli effetti sul lavoro e sull’economia della malattia, evoluzioni pericolosissime per l’Italia e molti altri Paesi fortemente esposti, e per l’Unione Europea, che spero davvero riesca finalmente a muoversi in maniera unitaria e forte per tirare fuori dalla crisi i suoi componenti.

Ho ripetuto più volte in questi giorni “chi vivrà vedrà” e lo dico anche stasera, ripetendo ancora che a 63 anni #iononhopaura, la paura distrugge e non lascia speranza, la coscienza fa ragionare, lavorare e aiutare noi e gli altri a venirne fuori.