
L’articolo di qualche giorno fa di Fabrizio Vettosi, clicca qui fotografa in maniera precisa la situazione dei terminal a oggi. Dal mio punto di vista vorrei aggiungere un commento generale relativo alla politica concessoria delle Autorità Portuali che in passato, ha portato ad effetti anche distorsivi della concorrenza tra porti diversi, visto che i Canoni concessori erano determinati secondo criteri non sempre totalmente uniformi.
Il secondo è relativo ai Terminal Break-Bulk: le performances dei Terminal hanno importanti effetti stessi hanno sulle navi, e quindi sui noli. Con una differenza: i Terminal Containers possono contare sulla specializzazione spinta, su programmi di lavoro che vengono, mediamente, rispettati, e quindi sulla gestione ottimale della Forza Lavoro, interna o esterna, mentre la situazione nel Break-Bulk è molto diversa a causa di una programmazione molto piu difficile (i carichi spesso arrivano in ritardo o in anticipo, le navi, soprattutto, hanno schedule molto irregolari). Di conseguenza la gestione della forza lavoro è decisamente più complessa e la sua riduzione degli ultimi anni ha avuto effetti molto dannosi sulle operazioni delle navi, che si trovano a passare tempi molto lunghi nei Porti, con costi altissimi. In particolare per le navi che operano nello Short Sea, siamo ormai arrivati a tempi in porto che superano Ampiamente quelli in mare (Statistiche dimostrano che addirittura per Handysize Ships il tempo in porto arriva al 40% della durata dei loro viaggi. Una tale gestione, per l’armatore non è sostenibile economicamente. I
Terminal Containers operano 24/7, quelli Break-Bulk, al massimo e in media, cinque giorni o cinque giorni e mezzo la settimana, e per un massimo di due turni al giorno; tutti gli altri tempi, se lavorabili, sono in overtime, e nessuno oggi è disponibile a sostenere non tali costi extra o in grado di farlo. Credo sia importante che tutti gli attori in campo facciano delle valutazioni per attente per migliorare l’ efficienza, creare sistemi che ottengono risultati e quindi posti di lavoro.