Uno dei casi riportati dai media lo scorso maggio che ha attirato la mia attenzione è stato quello relativo all’incendio subito da una nave di Maersk Line, la MAERSK HONAM, impiegata in un servizio nell’Alleanza 2M con MSC e che, di conseguenza, ha dovuto deviare dalla propria rotta originale, dirigendosi su Jebel Ali, negli Emirati Arabi. Mancano altri elementi, ma ritengo che a causa dell’incendio la nave abbia dichiarato Avaria e effettuato poi il transhipment del carico su altra nave o navi ma che, e questa è la notizia, i Ricevitori del carico, quando ritireranno lo stesso alla destinazione finale stabilita inizialmente, dovranno pagare un Extra fee, così viene descritto, per la attività di transhipment dei Containers stessi. La Compagnia si dice dispiaciuta per ciò, ma che la richiesta nasce da una causa di forza maggiore.
Non conosco in dettaglio l’accaduto, e quindi premetto che potrei sbagliarmi, ma sono davvero sorpreso che quello che nel trasporto marittimo è uno degli istituti più antichi e importanti, e cioè il concetto di Avaria Comune, o Avaria Generale, sia stato riportato dalla stampa come un semplice “Extra fee”. Stando a quanto di mia conoscenza, la Compagnia di Navigazione non ha richiesto un Extra fee ai Ricevitori del carico, ma molto più semplicemente dovrebbe avere dichiarato quella che si chiama “General Average” e, di conseguenza, la procedura della stessa si è applicata, portando a debito di tutti i partecipanti alla spedizione marittima, una quota parte del maggior costo sostenuto dal Carrier per portare la nave, e con essa la merce, in salvo.
Parlando tra addetti ai lavori tutti sappiamo che la Avaria Generale, o Avaria Comune, è un concetto fondamentale nel trasporto marittimo: la nave che ha una avaria, subisce un incendio, una falla, o si trova comunque in una situazione di rischio può volontariamente, questo è uno dei punti fondamentali, la volontarietà di scegliere di causare un danno (per esempio la nave che abbia una falla può decidere di cercare di incagliarsi, provocando un ulteriore danno, ma così facendo salvando la nave stessa e quanto del carico si può salvare), pur di salvare l’intera spedizione, limitando così il danno stesso. In questo caso il Comandante della nave, che si è trovato in una situazione di elevato rischio a causa dell’incendio scoppiato a bordo (non dimentichiamo che l’incendio è il maggior rischio che a bordo di una nave possa esistere a causa della difficoltà di fermarlo) ha deciso di deviare dalla rotta e dirigere su Jebel Ali; all’arrivo in tale porto se si è accertato che la nave non poteva proseguire, l’Armatore può avere deciso di sbarcare il carico e trasbordarlo su altra o altre navi per poterlo fare giungere a destino. In questo modo si sono creati extra costi, per la deviazione e per il trashipment, e questi extra costi sono quelli che l’Armatore giustamente è andato a chiedere ai Ricevitori e proprietari del carico.
Nella Avaria Generale esiste una figura fondamentale, l’Average Adjuster, che viene nominato dall’Armatore, e che ha il compito di stabilire il valore del danno provocato con l’atto volontario, e che deve quindi essere rimborsato agli aventi diritto, e il valore della spedizione, nel suo insieme, portata in salvo; tale valore è rappresentato dal valore della nave più il valore della merce a bordo. Un lavoro come questo può essere eseguito senza troppe difficoltà quando si parli di carichi omogenei, ma nel caso dei Containers l’operazione risulta di enorme difficoltà, specie quando i Containers stessi siano molte migliaia come capita con le navi di oggi. L’Adjuster dovrebbe contattare ogni singolo Ricevitore per accertare il valore della merce, ma, ripeto, pensare di farlo quando ci sono migliaia di ricevitori è semplicemente impossibile, anche perché normalmente lo stesso dovrebbe richiedere ai proprietari del carico di versare, per ottenerne il rilascio, la loro quota di partecipazione alla Avaria Generale, cosa che normalmente si fa rilasciando garanzia assicurativa per poter poi provvedere alla chiusura della Avaria una volta accertati tutti i valori, sia del danno sia della nave che della merce. Di conseguenza ciò che ha fatto la Compagnia, seguendo quanto riportato nelle loro normative contrattuali di trasporto, è stato corretto, e cioè ha chiesto una contribuzione identica per tutti i contenitori a bordo della nave all’arrivo a Jebel Ali, così da coprire quanto necessario, anche se facendo ciò non si è rispettato il principio secondo il quale la contribuzione dovrebbe essere legata al valore della merce contenuta nei containers.
A mio parere quindi non si è trattato di un’imposizione della Compagnia ai Ricevitori per fare loro pagare un costo subito dalla stessa, bensì un corretto comportatmento regolamentato dalle condizioni di trasporto e, diciamolo, dalle Regole del Mare.
Per saperne di più sull’avaria generale: General_average
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