
Come Shipbroker è’ interessante notare come i Prodotti Forestali continuino a essere un importante elemento del trasporto marittimo. I volumi di Prodotti Forestali (Legno, Carta e tutti i relativi derivati) continuano a mantenersi elevati, e anzi mostrano una tendenza verso l’aumento grazie alla estensione della platea degli utilizzatori, derivante dall’aumento della disponibilità di spesa, e conseguente tendenza al consumo, nelle aree del Pianeta che ancora hanno grandi possibilità di crescita (Africa, parte dell’Asia, America Latina). Ricordo quando negli anni dell’avvento di Internet i produttori di Cellulosa mostravano preoccupazione per come l’uso dell’informatica avrebbe potuto ridurre il consumo di carta, mentre se è vero che oggi il numero di lettori che utilizzano supporti elettronici per leggere Giornali, Riviste e soprattutto Libri è in continuo aumento, è altrettanto vero che tutti noi, benché possiamo facilmente archiviare enormi quantità di documenti e informazioni con l’informatica, ancora stampiamo moltissimi documenti, o mails che vogliamo conservare e non dover ricercare nei nostri computers. Oltre a ciò, per esempio, mentre si cerca di risparmiare negli imballaggi o di riciclarne quanti possibili, il commercio elettronico ha aumentato a dismisura il numero di piccole spedizioni che richiedono imballaggi dedicati, e quindi maggior consumo di cartone e materiali simili. Il consumo di legno e derivati, anche solo come tali, è anche esso in aumento, e questo perché, nuovamente, cresce la richiesta di alloggi nei paesi in via di sviluppo, e con essi la necessità di materiali di costruzione, di arredamenti interni e quindi di utilizzo di legname e suoi derivati diretti come il compensato e il Pannello per mobili (Pensiamo a quanto ne utilizza IKEA con i suoi prodotti, cosa che ognuno di noi che abbiamo anche solo una volta nella vita montato un mobile della grande catena svedese ha potuto verificare).
Ciò che è cambiato negli ultimi anni è però il modo in cui i prodotti forestali vengono trasportati e, insieme, le rotte lungo le quali si muovono. L’America del Nord ha visto calare la sua importanza come area di produzione, pur mantenendo una presenza costante con le esportazioni dal Canada, da ambedue le coste, e dagli Stati Uniti per i prodotti esportati dagli stati del Sud-Est (Georgia, Tennessee, Louisiana, Florida). Ciò che è anche cambiato da queste aree è il tipo di prodotto esportato, con un calo del Legname e della Cellulosa, ma un forte aumento della Carta, e quindi di un prodotto a più alto valore aggiunto, che viene però spedito in Container e non Break-Bulk.
La Scandinavia ancora produce prodotti dalle proprie foreste, ma i produttori si sono ormai tutti quasi completamente integrati, e quindi Cellulosa e Legname vengono esportati ma in quantitativi limitati, mentre le Carte, di varie tipologie e sempre più sofisticate, sono il prodotto base.
Oggi la Foresta del Mondo, se posso usare questa definizione, è il Sud America, che è il primo produttore ed esportatore di cellulosa. Il Brasile giganteggia nella produzione, ma anche Chile, Uruguay e Argentina hanno ormai raggiunto elevatissimi volumi di esportazione. I primi Gruppi al mondo per Produzione ed Esportazione sono Brasiliani, seguiti da Cileni e da altri conglomerati che, anche con proprietà Europea, hanno comunque i loro centri di produzione in Sud America. I primi due Gruppi Brasiliani, che erano anche il n. 1 e n. 2 al Mondo, e cioè Fibria e Suzano, hanno appena completato la fusione, con Suzano che ha acquisito il controllo di Fibria ed è diventato di conseguenza il primo produttore mondiale di cellulosa. Il Gruppo Arauco, Cileno, segue ora a distanza, anche se gli sviluppi delle loro produzioni in Uruguay hanno fortemente spinto verso l’alto anche i loro volumi.
In Europa, come dicevo, c’è produzione in Scandinavia, Finlandia, Portogallo e Spagna, ma con quote di mercato relativamente ridotte, anche se alcuni gruppi, come Metsa e Stora Enso stanno producendo ora anche in Uruguay per tenere il passo con i concorrenti, mentre i Portoghesi di Altri hanno acquisito le produzioni spagnole che erano di Ence e mantengono una piccola quota nei mercati delle fibre corte prodotte dall’Eucalipto.
Lo Shipping come ha reagito davanti a queste concentrazioni? Esattamente allo stesso modo, e cioè riducendo il numero dei players e aumentandone le dimensioni. La crisi successiva al 2008, e l’andamento altalenante del mercato dei noli dopo tale anno, hanno obbligato diversi Armatori a cercare unioni di forze per poter resistere e, di conseguenza, abbiamo prima visto la acquisizione del Gruppo Westfall Larsen da parte di Saga, con la nascita di Saga Welco, mentre nel 2017 si è realizzata la creazione del primo Gruppo al Mondo nel trasporto specializzato di Prodotti Forestali con la creazione di G2Ocean, nata dalla unione di Gearbulk (Società britannica ma controllata dalla Famiglia Jebsen, Norvegese) con Grieg Star (Controllata dalle Sorelle Grieg, anche esse norvegesi). G2Ocean è oggi il primo Vettore e di conseguenza anche il più forte nelle rotte dal Sud America verso il Far East, l’America del Nord e l’Europa, dove si muove verso due direttrici, North Continent, dove il Porto principale è Flushing, e Mediterraneo, dove scala diversi porti tra cui quelli Italiani.
Per noi Shipbroker è interessante notare come nei prodotti Forestali non esistano Gruppi Terminalistici Internazionali, questo al contrario di quanto avviene nei Containers o in alcuni tipi di Rinfuse. Esistono Operatori importanti, ma normalmente concentrati su un solo porto, o porti vicini, e difficilmente presenti in più paesi. Questo costituisce un limite per i Vettori Marittimi, e per i Produttori stessi, visto che li obbliga a trattare, Paese per Paese, con realtà spesso completamente diverse tra loro nell’organizzazione e nel Management, nonché a scalare, con navi che oggi sono arrivate alle dimensioni delle Panamax (65.000 Tons di DWCC) numerosi porti, creando così diseconomie. Potrebbe essere interessante iniziare a parlare di “Sole Port of Call” anche per queste navi forse? Da questo Blog, come shipbroker mi piacerebbe lanciare l’idea di pensare a come realizzare degli Hub Europei, per esempio in Mediterraneo, e l’Italia potrebbe esserne protagonista, dove concentrare l’intero carico di una nave e poi distribuire sfruttando sia sistemi Ferroviari e Magazzini interni, anziché portuali, e quindi a costo ridotto, sia il sistema del Transhipment su navi Coaster che potrebbero raggiungere le varie destinazioni a costi sicuramente più competitivi di quelli sopportati da grandi navi che, anche per le limitazioni imposte dai porti, sono costrette a viaggi di durata eccessiva e soste in porti non ideali per le stesse. Credo infatti che una idea del genere, sicuramente pensata già, ma mai nemmeno sviluppata a livello di studio o progetto, potrebbe rivoluzionare le cose e trovare l’interesse e attenzione di tutti i soggetti che in questo mondo si muovono. Vogliamo parlarne fra noi shipbroker e tutta la comunità dello shipping?
Il mio articolo sulle sfide degli shipbroker: L’evoluzione del mercato
L’economia forestale: Economia Forestale